Storia

Nel 2009 Beppe Severgnini, allora presidente dell’Associazione Alunni dell’Università di Pavia, lancia l’idea di fondare un archivio di memorie digitali di scrittori, giornalisti e intellettuali del nostro tempo. L’archivio deve raccogliere materiali di diverso tipo, garantire la conservazione a lungo termine dei fondi ed eventualmente, in base alle disposizioni degli autori, essere accessibile agli studiosi.

Da questa idea nasce il primo prototipo di PAD – Pavia Archivi Digitali. Severgnini ha fin da subito dato un segnale di fiducia affidando all’ateneo oltre sedicimila file del suo archivio e sponsorizzando PAD presso la sua casa editrice.

Negli anni successivi si sono concentrati gli sforzi per trasformare il prototipo in un progetto sostenibile nel tempo, in grado di gestire grandi masse di dati e di conservarle in sicurezza.

Sul piano scientifico, dopo la prima fase di costruzione di un prototipo, si è passati a una progettazione sul medio e lungo periodo. Il progetto ha fin da subito previsto una struttura tecnica svincolata da prodotti commerciali. Si è ritenuto che i sistemi di gestione di repository già esistenti non fossero in grado di supportare la complessità del progetto; si è allora optato per la costruzione di un sistema che si mantenesse aperto e incrementabile, eventualmente interoperabile con altre piattaforme. Dopo il perfezionamento delle procedure di acquisizione e preservazione, si sono implementati i software per la gestione dei fondi, e dall’anno accademico 2015/16 è iniziato la programmazione di seminari tecnici per stabilire le modalità di catalogazione del materiale.